L’ APPALTO
Oggetto dell’appalto: “Gara europea a procedura aperta servizi professionali in ambito Corporate Monitoring Aggiudicazione: del 30/12/2022 Aggiudicatario: RTI: GLOBINTECH S.r.l. (RM) – HERMES BAY SRL (RM) – TF Group S.r.l. (MI) Valore totale del contratto d’appalto: € 840.000,00 Altre informazioni: Procedure di ricorso: T.A.R. Lazio (RM). Data invio alla GUUE: 02/01/2023 Responsabile del procedimento: Ing. Maurizio Petronzi”
Questo appalto, vinto da un raggruppamento temporaneo di imprese (RTI) che include GLOBINTECH S.r.l., HERMES BAY SRL e TF Group S.r.l., è il punto di partenza di una storia complessa e intrigante che coinvolge politica, servizi segreti e il mondo dell’intelligence economica.
GARA EUROPA A PROCEDURA APERTA SERVIZI PROFESSIONALI IN AMBITO CORPORATE MONITORING – CIG 9233479BE8
Le offerte dovevano essere presentate entro l’8 giugno 2022, con apertura da remoto il medesimo giorno. Il responsabile del procedimento era l’Ing. Maurizio Petronzi. La gara è stata vinta da un raggruppamento temporaneo di imprese (RTI) composto da GLOBINTECH S.r.l., HERMES BAY SRL e TF Group S.r.l., con un valore totale del contratto di €840.000. Questo appalto ha acceso i riflettori su figure di spicco come Jacopo Berti, ex leader dei 5Stelle in Veneto e fondatore di Rozes Srl, una start-up innovativa affiliata all’Università di Padova.
Jacopo Berti, ex leader dei 5Stelle in Veneto e candidato alla presidenza contro il leghista Luca Zaia, è al centro di questa vicenda. Con una carriera politica segnata dal ruolo di censore interno del Movimento, Berti ha espulso numerosi parlamentari accusati di varie infrazioni.Tutto inizia con Rozes Srl, una start-up innovativa fondata nel 2019 da Berti e affiliata all’Università di Padova. Rozes ha sviluppato un algoritmo avanzato per analizzare bilanci aziendali e individuare infiltrazioni mafiose o attività di riciclaggio.
Tra i soci di Rozes, oltre a Berti, figurano il prorettore dell’Università Antonio Parbonetti, tre professori di economia e una società veronese specializzata in intelligenza artificiale. Ma è la presenza di Globintech Srl, che ha acquisito il 5% delle quote di Rozes, a rendere la storia ancora più interessante. Globintech, infatti, è una società di intelligence economica che vede tra i suoi soci Robert Gorelick, ex capo della CIA in Italia, e Alberto Manenti, ex direttore dei servizi segreti italiani (Aise) oltre che alla Recon srl capitanata da Brancato Francesco e Berti Jacopo.
Recon Srl
Recon Srl, una società controllata da Francesco Brancato e dallo stesso Jacopo Berti, condivide la sede milanese con Globintech e si occupa anch’essa di intelligence economica. Brancato, formalmente un tabaccaio, ma a questo punto possiamo ipotizzare soprattutto altro, ha lavorato al ministero dell’Interno e ha avviato Recon per offrire servizi di business intelligence.
Berti detiene 1% (0,77& per la precisione) e Brancato il 99,23%
Ipotesi
Ora ipotizziamo lo scenario che possa giustificare la presenza di questi protagonisti di (non quasi) sicura appartenenza ai servizi d’intelligence.
L’ aspetto più rilevante della vicenda è l’appalto vinto, un progetto finanziato con per la sicurezza di alcune società che potrebbero essere strategiche per il governo. In Italia, possiamo ipotizzare che le società commerciali strategiche per la sicurezza della Repubblica siano monitorate dallo Stato per mano dei servizi segreti.
Le aziende private sono importanti per la sicurezza nazionale perché gestiscono infrastrutture critiche, sono all’avanguardia nell’innovazione tecnologica, contribuiscono significativamente all’economia nazionale, collaborano con il governo in aree strategiche, si intrecciano con aziende straniere, forniscono risorse essenziali e possiedono dati sensibili che, se compromessi, potrebbero rappresentare una minaccia.
Quando una di queste società, apparentemente privata ma in realtà controllata dallo Stato, deve accedere a fondi ufficiali a cui potrebbero partecipare anche altre aziende, potrebbe accadere che partecipi anche qualche società concorrente. In questo contesto, è impensabile che l’appalto venga assegnato a società sconosciute.
La sicurezza di un’azienda in questo contesto non si riferisce solo alla protezione fisica, ma include la prevenzione di infiltrazioni criminali, il controllo delle informazioni sensibili e la gestione delle minacce economiche. Le aziende di importanza strategica per la sicurezza nazionale non possono permettersi di lasciare che altre società, non strettamente controllate, coordinino queste attività importanti. Pertanto, è plausibile ipotizzare che lo Stato abbia dato mandato ai servizi di intelligence di organizzarsi per partecipare e possibilmente vincere l’appalto, offrendo un prezzo del 16% inferiore rispetto a quello ufficiale, per evitare che altre società potessero entrare in questo affare “di famiglia”.
Quindi possiamo ipotizzare che non ci siano, almeno lo speriamo per l’integrità morale di quanto stiamo ipotizzando, manipolazioni in questo senso.
Globintech Srl, formata da tre entità separate (Manenti, Gorelick e Recon Srl), è al centro di questa operazione. Manenti, ex capo dipartimento dei servizi segreti, Gorelick, generale di lunga data, e Recon Srl, formata da Jacopo Berti, Francesco Brancato e nello statuto figurano anche Francesco Salesia, un giovane videomaker con una preparazione politica istituzionale e Giuseppe Maramotti , un investigatore privato, M Security Investigation, rappresentano una squadra ben strutturata per gestire l’intelligence economica.
Non solo Globintech Srl ha vinto l’appalto, ma anche Hermes Bay Srl, con Luisa Franchina come amministratrice, una figura con un curriculum da 007, e TF Group Srl. Su TF Group Srl non abbiamo ancora approfondito, ma possiamo lasciare la suspense e scommettere che si tratti di una società molto vicina alla Presidenza del Consiglio. Queste società, tutte legate in qualche modo a figure di spicco della sicurezza nazionale, ci portano a supporre come lo Stato italiano mantenga un controllo stretto su chi gestisce la sicurezza delle sue entità strategiche.
La storia di Jacopo Berti e delle sue interazioni con il mondo dell’intelligence economica, unita alle connessioni tra le società coinvolte nell’appalto, offre uno spaccato affascinante di come politica, servizi segreti e business si intreccino. In un contesto dove la sicurezza nazionale e la protezione delle informazioni sono fondamentali, il controllo statale attraverso queste reti di società appare non solo naturale, ma necessario.
Anche perchè il valore aggiunto che porterebbe questo appalto, considerando l’enorme quantità di persone coinvolte, sarebbe davvero irrisorio.
Le società vincitrici dell’appalto sono tre: GLOBINTECH S.r.l., HERMES BAY SRL e TF Group S.r.l. Dal punto di vista economico, l’affare sembra poco vantaggioso. Dividendo il valore totale del contratto (€840.000) per tre, ogni società riceve €280.000. Globintech deve ulteriormente dividere la sua quota tra i tre soci: la società americana dell’ex generale della CIA, Robert Gorelick, Alberto Manenti e Recon Srl. Pertanto, ciascuno riceve circa €93.333. Recon Srl, a sua volta, deve dividere questa somma tra i suoi quattro soci: Jacopo Berti, Francesco Brancato. Ci sono anche Francesco Salesia e Giuseppe Maramotti, che a spanne si dividerebbero circa 25.000€ lordi a persona.
Quindi, l’effettivo incasso per ciascun socio di Recon Srl risulta irrisorio rispetto al valore totale dell’appalto, suggerendo che la motivazione potrebbe essere più strategica che economica.
Conclusioni
Ora, se queste mie auspicabili supposizioni avessero un riscontro, potrei sostenere che lo Stato italiano mantiene un controllo stretto sulle società strategiche per la sicurezza nazionale, garantendo che le attività cruciali siano gestite da entità affidabili e strettamente monitorate. La partecipazione dei servizi di intelligence in operazioni economiche strategiche dimostra una stretta integrazione tra sicurezza nazionale e gestione economica, proteggendo gli interessi del paese. L’assegnazione degli appalti a società controllate o influenzate dallo Stato assicura che le risorse strategiche siano gestite in modo da minimizzare i rischi, giustificando il sacrificio economico del 16%. La motivazione principale sembra essere strategica piuttosto che economica, evidenziando come lo Stato metta la sicurezza nazionale al di sopra dei profitti immediati. La collaborazione tra figure di spicco della sicurezza nazionale e delle aziende private indica un’alleanza forte per la protezione degli interessi nazionali. Assegnando l’appalto a società conosciute e fidate, lo Stato riduce il rischio di infiltrazioni da parte di entità ostili o sconosciute, proteggendo informazioni sensibili e infrastrutture critiche. La capacità di vincere l’appalto con un’offerta inferiore del 16% rispetto al valore stimato dimostra efficienza operativa e una buona gestione delle risorse, evidenziando un uso responsabile dei fondi pubblici.
Orazio Lacenere